mercoledì 15 dicembre 2010

10 domande a...

ALESSANDRO BENTIVEGNA!!!

Anche se non si dovrebbe fare io, divido le persone in categorie. La categoria cui Alessandro appartiene è quella degli ILLUMINATI



Se lo dovessi associare a una cosa, lo identificherei a un caleidoscopio tramite il quale si riescono a vedere le cose sotto mille punti di vista differenti, con luci colori e sfumature una diversa dall'altra; della quale non ti eri mai accorto prima. Una volta che stacchi gli occhi dalla lente, tutto torna un pochino grigio, si forse punte di rosa e tinte di rosso, ma quell'intensità e quella fantasia di luci e ombre senza caleidoscopio sono comunque andate perse…ah I’m so in love with his brain…

Ma bando alle ciance.

Signore/i, Ladies&Gentlemen ecco a voi Alessandro Bentivegna, costumista, stylist, disegnatore, etc. etc.



1- Ale, io non so cosa mettermi la mattina per uscire dunque mi chiedo, come fai tu ad avere invece le idee così chiare/fighe per costumi di un intero film/opera teatrale/set-fotografico?
   Si tratta di declinare la propria esperienza i propri riferimenti culturali e il proprio talento a seconda del progetto artistico ,
detta così sembra complicata, ma in realtà il concetto di base è semplice, ogni lavoro che si intraprende ha un linguaggio,si tratta di svilupparlo, verso una direzione che armonizzi il più possibile con il regista, il direttore della fotografia , la scenografia, gli attori...e non ultime le possibilità produttive, (se ci sono pochi o tanti soldi)
La stessa cosa vale per te, la mattina, usa la logica e l'intuito...questo consiglio fa tanto "Oracolo" di Matrix, ma è così :-)

2- Cos'è che più ti ispira, l'ambientazione del film, la sceneggiatura gli attori, le loro taglie? (questa dipende un pochino da come rispondi sopra)
    Il mio processo nasce inizialmente da sensazioni e "visioni" che ho durante la lettura di una sceneggiatura o discorso che ho con il regista o con il fotografo, poi codifico e razionalizzo..
..un po’ l'opposto di quello che ti ho consigliato di fare davanti al tuo armadio

3- Ti è mai successo di aver deciso tutto il guardaroba ma che poi quest'ultimo non si accordava per niente con chi avrebbe dovuto indossarlo? Se sì...com ne sei uscito?
    Si inizia con alcune idee di approccio, si parla con il regista e gli attori, si portano foto e disegni.
    E poi si segue una strada che soddisfi le esigenze del film , ovvio che durante le prove, diverse cose si scartano, ma anche molte cose nuove ti vengono in mente che modificano l'idea originale...l'importante è il risultato finale.

4- Ignorantemente ti immagino che giri come un matto per trovare vestiti e materiali...quanto tempo prima cominci a muoverti?
    La risposta è si!
    La preparazione dipende da quanto sia complesso il film o lo spettacolo, oltre comprare,specialmente nei film, ci sono gli sponsor, aziende di abbigliamento e accessori che ti prestano le "cose" in cambio dei ringraziamenti sui titoli di coda o mostrare il loro logo durante il film.

5- Dal tuo sito ho visto i tuoi bozzetti alcuni dei quali mi hanno fatto pensare a fumetti stile Sin City. Mai pensato di vestire qualche eroina/eroe ma solo su carta?
   Disegnare mi da anche molto piacere, quindi sì, mi piacerebbe realizzare qualcosa del genere.

6- In quale campo hai più carta bianca, set fotografici e affini oppure film e teatro?
   Non c'è una regola, se mi danno carta bianca significa che ho compreso il progetto e che condividono la mia visione artistica...
Comunque sì, mi succede...spesso.

7- Per fare il tuo lavoro, come di ci tu,  bisogna essere un po’ visionari...quando hai le visoni migliori? (attento a quello che dici!)
 Mentre leggo o parlo del progetto, mi vengono in mente un sacco di cose, poi inizio a "scremare" e lavoro su quelle selezionate.

8-Da quando hai scoperto che questo era il lavoro per te?
   L'idea di questo lavoro ha preso piede già dall'istituto d'arte, piccole produzioni "alternative"  tra amici sperimentando molto anche su me stesso, sono stato Punk ,Dark, New wave e dandy..affascinato sempre di come l'estetica influenzasse anche i miei stati d'animo.

9-Perchè costumista e non stilista?
Sai che non lo so...

10-Un film in costume che ti è più piaciuto e perché?(ps: che ne pensi di Marie Antoinette e delle scelte rock fatte?)
    Le scelte rock di" Marie Antoinette" mi sono piaciute molto , le ho trovate adeguate alla regia,
un film in costume che mi è piaciuto per lo stesso motivo è "La Regina Margot" per il taglio iperreale e decadente, ma anche il primo" Alien" e "la decima vittima", "Giulietta degli spiriti" potrei continuare per un pò;  fortunatamente ne ho diversi.

http://www.alessandrobentivegna.it/

Che vi avevo detto? Non è favoloso? e poi non sono riduttive solo 10 domande? Vi consiglio di visitare il suo sito così potrete  avere un pochino più di fantasia da utilizzare tutti i giorni!!!

Avrei avuto voglia di chiedergli altre mille cose ma ahimè come ben sapete il tempo è tiranno e per il momento accontentiamoci di quello che abbiamo.

Ma voi invece come siete messi con il vostro armadio? Ne escono creature mitologiche come quelle di Narnia o vi sentite anche voi un po’ stylist?

Nella prossima puntata di "10 domande a..." la scelta è ricaduta su…
...ah pensavate davvero che ve lo dicessi di già???
No my dears come al solito vi dico che se volete saperne di più

YOU HAVE TO STICK WITH ME!!!!

NEXT…

venerdì 10 dicembre 2010

Stick With Me Baby - Robert Plant & Alison Krauss



ehm...in realtà ho cercato di postarlo come finale del precedente ma...vabbè tutti ormai saprete la mia abilità con il pc dunque godiamoci un pochino di dolce e buon Robert Plant

Have a sweet, nice, cool, relaxing, exciting week-end!!!

AUUUUUUUUUUUU

Ore 6.30 am
“Mamma, mammaaaaaa”
“Uhm…si , dimmi amore” occhi semiaperti.
“Latte e biscotti”
Strascicamento di piedi, infreddolimento da mancanza di coperte calde. La mamma  automa apre il frigo accende il gas prepara il biberon e fa la consegna.
Ore 7:30 am
“Mamma, mammaaaaa”
“Oh Gesù…si amore che c’è?”
“La chitarra”
“Adesso amore…è un pochino presto per suonare”
“CHITARRAAAAAAAA”
“Ecco…ecco la chitarra”
“Grascie…”
Strimpellamento di povere corde, (nessuno suona la chitarra a casa tanto meno la nostra pseudo-nana di quasi due anni), e poi a pieni polmoni:
“AUUUU, AUUUU, AUUUUU”
“Amore che stai facendo?”
“La canzone del lupo, AUUUUUU”

BUONGIORNO ROMA, BUONGIORNO ROMANI!!!
 Suonatina e canzoncina a parte, questo post è per dirvi che la prossima settimana Sorry I’m in a Rush inaugura una nuova rubrica.
“Going around with Jemma”
E chi è Jemma???
Jemma è my cup of tea, la versione fatta donna di Trilli ops sorry di Tinkerbell.
 Trasferitasi da quel di Londra, dopo aver girato mezzo mondo ha pensato bene(per mia e vedrete anche per vostra fortuna) che Roma sarebbe stata la sua città adottiva…oddio in realtà quando poi va alla posta o si trova a che fare con la nostra burocrazia…beh ecco il fascino della città eterna se lo dimentica e viene fuori tutto il British che c’è in lei…(a me vengono fuori tutte le Madonne italiane che sono in me invece…)ma a parte questo, avendo sposato un italiano(che a quanto pare hanno ancora un certo fascino sulle le straniere…)ha sposato anche bene la nostra “cultura”.
Patita di fashion quanto me e soprattutto superfan di Sex&City e dello stile, abbiamo pensato di fare una rubrica che funga da mini-guida dei nostri negozi, pubs, librerie preferiti.
In quanto inglese doc troverete anche una mini-guida sulle sale da tea più cool e interessanti…ma bando alle ciance, lascio la palla a lei, magari vorrà dirvi due cosette…so here we are…ladies and gentleman let me introduce you:
  Hi, I'm Jemma, but you can call me Trilli (or Tinkerbell, if you prefer) and when I'm not flying around (not in a shiny green outfit) doing a thousand different chores, there's nothing I like more than bargain hunting in this beautiful city. However, it's not an easy city to rummage through and you need time and passion..that's where we come in! 
  Fabi and I have walked our Omsa socks off for you you and we've found thousands of hidden little gems for you all. 
  From second hand Louis Vuitton to Madonna style leotards, we've got the ideas you're looking for and the places where to find them. 
 Christsmas is the perfect time to start..you'll find less crowds and more value for money in this blog edition..Stay tuned and we'll keep you looking your best for less!!!!!
Tutto chiaro no??? Qualora invece ci fosse qualche dubbio di...intendimento il sunto di quello che Trilli ci ha detto è che:
 Quando non è vestita con la sua tutina verde(ahahaha, non è vero, non l'ho mai vista con una tutina verde  brillante...almeno non ancora..) e non è intenta a fare le mille cose che sempre la impegnano, ciò che più ama fare è andare in giro per la bella Roma a cercare qualche "tesoro- affare" per negozietti vintage e non.
Ma dato che Roma non è certo la città più agibile del mondo per la "caccia al capo prezioso, sì però solo se è un'affare" ci vuole tanta passione e pazienza ed allora... 
Abbiamo fatto km su e giù per gli eterni colli della nostra città, concentrandoci (e non è facile quando vedi milioni di cose che proprio sono quelle che vorresti anzi, che ti servono assolutamente per quel look che avevi in mente altrimenti non sapresti cosa mettere perchè all'improvviso il tuo armadio è come il deserto dei tartari...oddio, riprendiamo fiato...)ed abbiamo scovato dei veri e propri tesori che nei giorni a venire posteremo così da dividerli con voi (ah che generosità!) !!!
Se tra voi c'è qualcuno che vorrebbe aggiungere o segnalare altri posticini cool, vi prego: FATELO!!!
So stick with us babes



mercoledì 1 dicembre 2010

...ehm..

Mi scuso fin da ora se ci saranno degli orrori o delle parole scritte in maniera ehm...strana....merd mi sono dimenticata di mettere la correzione ortografica e di rileggere...ma che volete quando una sta in vena di scrivere sta in vena, non c'è niente da fare ;-)

Buona lettura comunque vada!!!


ps:
ben presto ci sarà una nuova rubrica "Going around with Jemma" mi raccomando seguiteci perché sarà molto utile e divertente...
La volete leggere solo in inglese o anche in italiano? Uhm...forse dovrei chiederlo all'Universo...mah...

Fateci sapere!!!

...altro pezzettino di me...



Alzino la mano tutti quelli di voi che almeno una volta nella vita non si siano comprati un libro o non abbiano letto qualcosa riguardo il pensiero positivo...

Uhm così pochi??? Siete onesti e sinceri ^^???

Beh io alzo mani e gambe e tutto quello che si può alzare...

La prima volta che mi sono accostata a questa, chiamiamola filosofia è stato nel lontano 199...(ehm, questo non è poi così rilevante, comunque tanto tempo fa).
Una mia cara amica boliviana mi regalò il libro: Puoi guarire la tua vita - Louise Hay.

La mia prima reazione, a parte il notare i grandi e vistosi orecchini dell'autrice, fu quella di pensare "What the fuck..."(vivevo in Inghilterra in quel periodo) che tradotto vuol dire"Che minchia de libro è?"

Ovviamente ringraziai e lo misi da una parte nella mia piccola stanzetta...Poi una serie di sfortunati eventi cominciò a capitarmi e in un giorno uggioso, guardai il libro e cominciai la lettura...
Ora non mi ricordo bene come sia andata, ma mi aiutò molto.
Davvero!... almeno finchè non incontrai un tipo spagnolo che me ne fece passare di cotte e di crude...ma questa è un'altra storia...

Non essendo una persona molto costante, dopo il primo impatto con il "positivo" lasciai da parte tutti i fascicoli ed articoli vari che nel frattempo avevo raccolto e mi dimenticai di ogni saggio consiglio ed esortazione che avevo imparato.

Però la "positività" è ciclica, ed una volta che si prende questa strada, anche se si devia, in un modo o nell'atro ci si riscasca.
Ed infatti dopo anni (ma sto già parlando del 2000 e qualcosa è) ho cominciato ad incontrare una serie di persone che erano veramente dentro questa filosofia e pronti a scommettere che se si chiede qualcosa all'universo, anzi all'Universo, questo risponde e quello che chiedi ti viene dato e che quando non arriva, di essere più specifica nelle richieste così da non confondere l'Universo (?)...

Confusa dall'Universo e dalla vita rilasciai perdere, ma ora zac eccola che si ripresenta, senza orecchini vistosi ma con ben due libri editi da lei (e chissà quanti altri ce ne saranno in giro per il mondo; lei deve aver fatto delle richieste proprio specifiche perchè tra pubblicazioni sue, dvd, e-book, special meetingsss e quant'altro avrà ora un impero stile Dinasty), la mia cara Louise.

"La legge dell'attrazione" dei signori Hicks pubblicato dalla Hay.

Questo libro spiega come tramite dei leader spirituali con i quali i signori Hicks sono venuti a contatto, la loro vita sia completamente cambiata (sempre in meglio ovvio, altrimenti che positività è) e come tutti i bandoli della matassa delle loro vite complicate d'incanto si siano sciolti...e che non mi compro al volo il libro???

Sicura che non avrei più vestito i panni di Penelope che intreccia e scioglie i fili ma che li avrei solo sciolti ho cominciato la lettura.
Ho vestito i panni della signora Hicks quando aveva gli incontri trascendentali con il suo spirito guida.
I panni del signor Hicks quando...come sopra...
La prefazione del libro dei signori Hicks si apre così:

"Eccovi qua. Siete arrivati. Non dovete andare oltre. Mettete giù tutti gli altri libri, disdite l'iscrizione a tutti i laboratori e seminari cui siete iscritti e dite alla vostra guida spirituale che non avrete più bisogno di lei. Perché qui avete tutto ciò che c'è bisogno di sapere sulla vita e su come farla funzionare. Tutte le regole per percorrere questa strada e intraprendere questo viaggio straordinario. Tutti gli strumenti che vi servono per creare le esperienze che avete sempre voluto. Non dovrete andare oltre il punto in cui vi trovate proprio adesso."

Ah, non vi viene subito da fare un sospiro di sollievo?
Da Gesù a Buddha a Maometto fino ad Einstein (avete capito bene, proprio Albert) tutti lo sanno e lo hanno sempre saputo: la legge dell'attrazione è reale c'è sempre stata, sempre ci sarà e sempre funzionerà...
e cioè? che devo fa?
Devo visualizzare le richieste, ecco che devo fare, ecco perchè finora di grandi svolte non ne avevo avute...eccolo lì il mio sbaglio proprio a pagina 25...più o meno...solo che non avendo visualizzato che avrei letto almeno fino a pagina 30 mi sono fermata lì, a pagina 26...ma di cose ne ho visualizzate eccome.
Ora ho una casa da paura, una vita equilibrata, piena di soldi e di soddisfazioni su più fronti...certo è ancora tutto in Fabialand...ma chi può dire che non accadrà anche qui sulla terra???

Dal post precedente avrete capito che sono una persona paziente.
Da questo che sono una credulona, oppura un'ottimista oppure...(lasciam perdere va) ma voi invece di esperienze trascendentali con spiriti guida ne avete mai avutre? e come siete messi con il "positivo"?
No, perchè io nonostante tutto...ci credo!!!

martedì 23 novembre 2010

Un pò di me...

Un amico che s'intende di blog mi ha detto che dovrei scrivere qualcosa anche su di me. Una sorta di presentazione su chi sono, che faccio e perché scrivo...

Scrivere su se stessi è un pochino complicato. Voglio dire, per me.  Non ho certo questa vita avventurosa, almeno non ancora, il mio lavoro è come quello di molte altre persone, almeno ancora, e non credo neanche che il mio amico intendesse dire che dovrei stillare una lista di qualità e difetti...

Uhm...allora come mi racconto?

Pensandoci su, mi è venuta voglia di scrivervi come è avvenuta la nascita di mia figlia...non intendo dire con ciò che la mia vita sia cominciata solo nel 2009, ma di sicuro è stata una bella svolta (che a volte ancora accuso...in vari modi...)

In una notte di gennaio, una settimana dopo la scadenza prevista comincio ad avere le contrazioni pre-parto(illusa!).
Mi giro stile balena nel letto sveglio il mio compagno e gli dico:
"Amore, ho le contrazioni, credo sia arrivato il momento di andare in ospedale"
E lui " Uhm...sei sicura?"
"Ehm...sì..."
" Va bene, allora faccio un caffè"

Ora, ognuno reagisce allo stress a modo suo, il mio compagno evidentemente quando è stressato si fa un caffè...comunque andiamo avanti...

"No, non credo che un caffè servirebbe, piuttosto prendiamo la macchina ed andiamo"
Tutti agitati, ma mostrandoci calmi ci alziamo, ci vestiamo al volo, infiliamo i cappotti e...
"Dove sono le chiavi della macchina?"
Le contrazioni aumentano, il nervosismo alle stelle e delle chiavi neanche l'ombra...
Lui " Aspetta forse le ho lasciate al bar. Scendo a controllare"
Mantenendo una calma zen e respirando come mi avevano insegnato al corso  faccio notare che forse il bar è chiuso alle 2 di notte.
"Ah già...beh allora che facciamo?"
"Beh usciamo e al massimo prendiamo un taxi"
Riusciamo finalmente ad uscire di casa, ci avviciniamo alla macchina e...eccole lì le nostre chiavi...già inserite nella portiera...inspira-espira, inspira-espira...può succedere nelle migliori famiglie di andare nel pallone, dunque non ne facciamo un dramma e via verso l'ospedale.
Durante il breve percorso chiariamo il fatto che il mio compagno non assisterà al parto e cominciamo a realizzare, ognuno nella sua mente, quello che sta succedendo...

Appena arrivati mi dicono che da lì a breve sarei diventata madre, mi portano nella sala e travaglio e...niente.
Continuo ad avere contrazioni ma non succede niente...a parte il fatto che nel frattempo un'altra signora  entra anche lei in sala  e dopo due orette, con me che facevo il tifo, partorisce.
Cominciano ad arrivare i vari ostetrici ed infermieri di turno. Ognuno passa, butta un occhio dentro...ehm di me, controlla i vari monitor e dice:
"Tra poco torno"
 ed io
"Inspira-espira, inspira-espira"
Torna il mio compagno per dirmi che  si era creata una piccola folla fuori dalla stanza di parenti ed amici che nonostante l'ora si erano precipitati...ma di partorire ancora non se ne parla.

Eppure le contrazioni ci sono, altroché.
Stoicamente o stupidamente (che delle volte è lo stesso) non avevo fatto richiesta per l'epidurale, in quanto dopo anni di yoga ed in più con il benedetto corso pre-parto mi sentivo la master della respirazione e la completa padrona del mio corpo...questo finché una anestesista, colpita dal mio coraggio mi dice:
"Guarda che se vuoi facciamo delle analisi al volo per vedere se è possibile fare l'epidurale, almeno non soffri così"
Afferrando la sua manica, con le lacrime agli occhi e neanche un filo di fiato le faccio capire che sì, per favore aiutatemi, drogatemi...

Ora il problema con l'epidurale è che non ti fa sentire quando le fantomatiche contrazioni arrivano, dunque tramite un apparecchio riesci a controllarle e spingere.

Arriva altra partoriente (perché io continuavo comunque a stare nella sala travaglio nonostante fossero già passate 5/6 ore) altro parto ed io lì, chiusa nel mio mondo di "Sta per uscire, sta per uscire".

Leo (il mio compagno) era affianco a me, tanto che non doveva assistere e mi dava lui il là per spingere...ma non se usciva, cioè la mia bambina non voleva proprio uscire.
Finisce il primo turno degli ostetrici e infermieri e vai con altro giro altra corsa facce nuove che continuano ad impicciarsi e smanettare ehm...sempre dentro di me...

Passa tutto un giorno, verso la 17°ora un ostetrico che non sapeva più che fare mi guarda e mi dice:
"E' evidente che non vuoi partorire, non vuoi lasciarla uscire"

Intontita dal dolore (l'effetto della puntura ad un certo punto va e viene), disperata e preoccupata lo guardo con occhio di fuoco...ma non riesco a dire niente, anzi comincio dentro di me a parlare con mia figlia dicendole che non è vero che la voglio tenere dentro ma invece non vedo l'ora di vederla...

Mi danno ossigeno per respirare meglio ed affidano a Leo (divenuto ostetrico nel frattempo) il compito di mettermi la mascherina...dopo un po' vedo che la mia mascherina ce l'ha lui su e guardandomi
"Scusa amore, ma mi sto per sentire male anch'io"
...la mia lotta passiva continua fino a che arriva lei, l'ostetrica delle ostetriche, che ha fatto partorire milioni di donne e che ne sa una più del diavolo.

Si mette davanti a me, comincia a frugare, parlare da sola, e poi ordina:
"Spigni forza, eddaje famola finita che so 19ore che stai qui, forza spigni..."
Io spingo, urlo un pochino e rispingo pensando che tutti siamo venuti al mondo così, che è naturale, che i dolori del parto si dimenticano subito... quando ad un certo punto la vedo che mi salta sopra e con il gomito cerca di fare forza...beh quella è stata la goccia che finalmente ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza. Dalla pseudo ubbidienza a fare quello che mi veniva detto alla furia cieca il passo è stato breve...con tutta la mia forza ho dato un cazzotto a quella stronza che mi saltava addosso ed ho urlato
"fatemi questo cazzo di cesareooooooooo"
Arriva la ginecologa, guarda dentro (toh che novità è) e vede che la mia piccola era incastrata, che il mio bacino era troppo stretto e che sì, dopo 22 ore che stavo lì era il caso di fare il parto cesareo.

In un'altra oretta Matilde è uscita fuori. Quando il giorno dopo l'ostetrica me l'ha portata, io tutta intenerita ho detto:
"Ah eccolo il mio fiorellino"
e l'ostetrica, meno intenerita, ha risposto
"A signò' questo è 'n'arbero de frutta altro che fiorellino"

Totale ore parto: 23
Totale persone che hanno visto la mia ehm...pussy: 202
Peso Matilde appena uscita: kg 4.090 per cm 55
Durata shock di Leo: 2/3 giorni

giovedì 18 novembre 2010

Il metereologo dice

Roma, 18 novembre.
Ore 14.50.
Conversazione telefonica. Tono dolce e complice.

"Ciao amore"
"Ehi ciao"
"Senti, stavo pensando che forse dovresti prendere la macchina per andare a prendere Tilde al nido, magari ci potremmo vedere lì davanti."
"E perché?"
"Beh, non so se hai visto fuori, ma c'è un cielo grigio grigio, tra poco piove"
"Aspetta. No, non credo che piova, non è abbastanza scuro"
"^^ ...stai dicendo sul serio?"
"Sì, altre volte ha fatto giornate così e poi non è piovuto; non è poi così scuro davvero!"
"Vabbè, se è un problema non fa niente, vado io e ci prenderemo forse la pioggia"
"Ma non è mica un problema, io ci vado volentieri a prenderla, però secondo me non pioverà."
""Se lo dici tu. Ci vediamo dopo a casa allora."

Ore 15.00
Uscita dall'ufficio. Pioggia a dirotto. Cielo grigio grigio, tuoni in lontananza.
Conversazione telefonica. Tono seccato.

"Amore.."
"Vado a prendere la macchina, lo so. A dopo"

E' piovuto tutto il giorno.
Forse la tonalità del grigio non era poi così scura, ma di sicuro che ne è venuta d'acqua giù oggi...ancora ne viene ^^

lunedì 15 novembre 2010

10 domande a ...

Googolando il nome Marta Sarlo escono fuori una serie di articoli e link in quantità notevole considerando la giovane età della mia intervistata.
Sebbene sia difficile dare una sorta di etichetta al suo lavoro, la maggior parte di questi articoli la confina, se questo può essere il termine, all'interno della ricerca antropologica rivolta al sociale...dato che neanch'io so quello che ho appena scritto, lascio parlare Marta ;-)

Nome:       Marta Sarlo

Classe:     1983

Città:      Roma

Educazione: Diploma Scuola Romana di Fotografia/

Lavori:     Angela; OPG Aversa; Marocco; Londra; Gioco d'azzardo; Tirana; Benin; L'Aquila e molto altro...

Collaborazioni: Collabora con l'agenzia Contrasto dal 2007

Pubblicazioni:  Il 24; Panorama; Io Donna; L'Espresso; Internazionale; D di Repubblica; Vanity Fair; Gioia; Rearviewmirror etc. etc.

Premi:         2007 menzione d'onore FNAC con "OPG Aversa";
               2009 premio "Canon Giovani Fotografi" reportage "Angela"

Link: www.contrasto.it



Marta Sarlo (isn't she lovely?) :-)

  • Molti dei tuoi progetti hanno risvolti antropologici/sociali; sono scelte di pancia oppure è una direzione che volevi già seguire?
La scelta di ogni mio progetto personale parte sempre da qualcosa che oltre ad interessarmi in qualche modo mi riguarda, alle volte più da vicino altre più da lontano; spesso il tema che scelgo lo ritrovo, magari in forme differenti, anche nella mia vita.
  • la storia che hai raccontato di Angela resta dentro, cosa hai visto e voluto mostrare in e di lei durante la lavorazione?
Ho trascorso accanto ad Angela più o meno un anno; stavamo insieme per intere giornate, l'ho accompagnata come un'ombra negli ospedali, a casa sua, nelle sue lunghe passeggiate...abbiamo parlato di tutto e tutt'ora spesso si confida con me raccontandomi degli ostacoli e delle gioie che attraversa.
Quando si vive per un periodo così vicino si riescono a cogliere degli aspetti delle persone che normalmente sono invisibili. Questo crea la differenza.
Il tempo, la pazienza e l'entusiasmo sono fondamentali per costruire un legame sincero in grado di far dimenticare al proprio soggetto la presenza della macchina fotografica e, di conseguenza, riuscire a creare delle immagini naturali. Angela ha colmato tutte le mie curiosità; mi ha spiegato tutte le sue sensazioni, passate e presenti, e questo sicuramente mi è stato di grande aiuto nello sviluppo del progetto. 
Angela è una donna coraggiosa che combatte quotidianamente la sua malattia e la discriminazione sociale che questa comporta. La combattività è uno dei suoi lati che più mi ha colpita.
  •  "Aversa, prigione d'indentità". E' la "follia criminale" ciò che hai trovato e respirato all'interno dell'istituto?
I volti, i corridoi ed i forti odori dell'OPG di Aversa mi ritornano in mente spesso nonostante siano passati 4 anni ormai...Ho cercato di affrontare questo progetto senza portarmi dietro tutti quei pregiudizi e luoghi comuni che si sentono sempre dire sui "matti" ma di capire piuttosto come si possa vivere ogni giorno in un posto del genere.
Dopo un mese trascorso all'interno di questa struttura, per me la "follia criminale" è quella statale; rinchiudere così tante persone con così differenti patologie in un unico spazio degradato: metà carcere, metà manicomio che, scientificamente provato, non porta quasi mai ad un recupero dell'individuo ed al suo re-inserimento nella società ma al contrario sfocia sempre più spesso in un ergastolo bianco.
  • Quanto "peso" lasciano dentro le storie che fotografi?
Ogni storia che ho seguito mi ha fatto crescere e riflettere, ho conosciuto realtà che probabilmente non avrei mai vissuto...più che appesantita mi sento arricchita ogni volta che finisco un lavoro.
  • Qual'è il servizio che avresti voluto continuare a documentare?
Un lavoro che avrei voluto approfondire, e che per problemi burocratici non mi è stato permesso, è sicuramente quello sugli ospedali psichiatrici giudiziari. Avrei voluto documentare gli altri cinque OPG presenti in Italia o per lo meno continuare solo in quello femminile, ma il D.P.A. (dipartimento amministrazione penitenziaria)mi ha negato l'accesso all'interno delle altre strutture.(o mio Dio, la mia piccola Marta come Erin Brockovich!!!n.d.r.)
  • Cosa c'è dietro ogni scatto?
Sono legata all'aspetto più giornalistico della fotografia ed in questo campo credo che dietro ci sia soprattutto la pazienza, l'attesa, la determinazione e la costanza oltre ovviamente alla passione ed alla professionalità per la buona riuscita del reportage. Spesso capitano anche giorni in cui non si scatta neanche una foto, ma per riuscire ad inserirsi bene in un contesto anche questa fase è molto importante! Scattando ho sempre cercato il giusto equilibrio tra pancia, come dici tu, e testa, ma sempre più spesso vengo attratta da scatti di "sostanza", più che di forma; più istintivi e di denuncia che perfettamente costruiti ed essenzialmente estetici.
  • Una pura insomma!!!Sempre voluto fare la fotografa?
All'inizio non avevo le idee chiare, per niente! Ho frequentato la facoltà di Architettura alla Sapienza di Roma, per fortuna per pochi mesi però. Per caso ho iniziato a seguire una mia amica fotografa, Cristina Vatielli (Uhm...questo nome mi dice qualcosa...a voi lettori cari?), aiutandola mentre scattava; piano piano ho capito che mi piaceva, che solo scattando riuscivo ad esprimermi in maniera chiara ed efficace, più di tante belle parole messe in fila!!!
  • Ecco il momento Marzullo, foto sul comodino? 
Non ho un comodino!
  • Uhm...scomodo...e nel cassetto?
Né un cassetto ;-)
  • Vorresti incontrare Henry Cartier Bresson nell'aldilà?
AHAHAAHAH Preferirei Elvis!!!


Ah, la prima volta che ho visto Marta aveva 11 anni e i capelli lunghissimi...si era addormentata sul divano di casa sua subito dopo cena...ora me la ritrovo tutta donna e superprofessionale...ma mi chiedo...si addormenta ancora sul divano subito dopo cena???

Avrei voluto postare un'altra immagine che Marta gentilmente mi ha inviato ma...non ci riesco e vi pregherei per non sentirmi troppo frustrata di visitare il sito dell'agenzia Contrasto e di vedere con i vostri occhi quello di cui finora abbiamo parlato!!!

Per la versione tradotta invece...aspettate domani che oggi ho difficoltà anche con la mia stessa lingua!!!

A bientot mon amisss!!!

giovedì 11 novembre 2010

sì, sono tornata

Ogni volta che dico questa frase, "sì, sono tornata" mi viene in mente la scena del film Ghostbusters 2 quando la segretaria occhialuta risponde al telefono dicendo con voce gracchiante:
" Sì, siamo tornati"
Ogni volta che faccio presente a qualcuno questa battuta mi vengono spesso rivolti tre tipi di sguardi:
  1. Uhm...e allora?
  2. Ma de che stai a parlà (in romano di solito)
  3. Ma che film te guardi (come sopra)
Che vi devo dire, io l'ho sempre trovata carina e dato che è un'associazione mentale non riesco a controllarla perché in quanto tale, non è controllabile (viva Dio)...allora dovrei forse imparare a contare fino a dieci prima di dirla ad alta voce perdendo così di spontaneità...oddio non mi seguo più...dove volevo andare a parare???

Ah sì, ora ricordo.

Sono tornata signori/e per dirvi che la mia piccola rubrica "10 domande a..." non è andata a finire in un pozzo profondo ma, nonostante la mia accidia, inedia e sempre prorompente voglia di non fare niente, tornerà su questo blog tra due giorni!!!

Ancora fotografia, ancora una giovane talentosa alle quale sono legata da un affetto "sorellare/materno/ma me lo dai un consiglio": Marta Sarlo! Pur non avendo molto tempo a disposizione mi ha dedicato una giornata e spiegato cos'è per lei la fotografia, cosa vuol dire...un momento...non vi farò certo il riassunto dell'intervista ora. Se siete incuriositi tornate pure da me e potrete leggere e vedere le sue foto ;-)

Vi aspetto!!!

1 ps. ancora non ho capito come inserire faccine, emoticon e cose del genere se c'è qualcuno che mi può illuminare, prego si faccia avanti!!!

2ps. ancora non ho capito come fare di questo blog una versione italiana ed una inglese,nel senso che cliccando su la parola inglese viene fuori la traduzione...se c'è qualcuno che mi può continuare ad illuminare, prego si faccia avanti!!!

3ps. ehm...veramente non ho ancora capito tante altre cose e non solo inerenti al blog, se c'è qualche maestro di vita tra voi che mi possa illuminare, prego si faccia avanti, la discepola è pronta!!!

Off I goooooooooooo

  GHOSTBUSTERS 2;-)

mercoledì 10 novembre 2010

tempo di lettura previsto

Da un bel pò su alcune riviste (che io sappia in realtà una, ma non farò nomi...)alla fine dell'articolo o dell'intervista si può trovare la scrittina in fondo:
    tempo di lettura previsto
          8 minuti

Alla domanda perchè si calcola il tempo di lettura, la risposta è:
"Così si sa il tempo che si ha a disposizione"

In un lontano passato mi ricordo che sfogliare una rivista, leggere un'articolo era un'attività piacevole da fare nel tempo libero. Ci si ritagliava 2 ore di tranquillità, si sedeva sul divano e giù a girare pagine, fantasticare su mete da sogno (nelle riviste veramente anche Zagarolo sembra il paese delle meraviglie...oddio magari lo è...), indossare i vestiti da favola delle pubblicità, oroscopi da leggere e studiare.

Ora no. Non c'è più tempo (che novità è?)

Al posto del divano c'è il sedile della metro, la fila alla posta, dal dottore e così in quei "8 minuti", che altrimenti andrebbero buttati nel cesto dei minuti perduti, ecco qua che ci piazzo un bell'articolo...

Sarà ma a me quella scritta l'articolo non me lo fa proprio godere.

A dire la verità il mio tempo di lettura riviste è strettamente collegato al tempo che passo in bagno.
Non starò certo a dire con che cosa ho sostituito il divano però vorrei sottoporre un'equazione (?):
      
    Tempo Ritagliato=Rivista /articolo=Bagno=8minuti
vuol dire che devo metterci 8 minuti per fare, leggere e pensare???

Beh sarò pure sempre di corsa ma perlmeno...lasciate a me la decisione di esserlo, non a Vanity Fair (ops ho fatto nomi???)

                                                                         tempo di lettura previsto
                                                                                1 giorno
                                                                         (e che cavolo!)

mercoledì 6 ottobre 2010

Due pesi due misure

Teresa Lewis vs Sakineh Ashtiani.
I due pesi e le due misure degli Stati Uniti D’America

Giovedì 23 settembre 2010, nella prigione di Greensville, Virginia, Teresa Lewis veniva giustiziata con un’iniezione letale; l’ultima donna condannata a morte  in Virginia dopo cent’anni.
L’accusa  aver pianificato l’uccisione del marito e del figliastro per incassare una parte dell’assicurazione sulla vita. L’altra parte dei soldi  era per il suo amante, condannato all’ergastolo.
 Teresa Lewis aveva un quoziente intellettivo di appena due punti al di sopra del livello che la definisce “mentalmente ritardata”  secondo la legge della Virginia e dunque non punibile con la morte. Ma niente grazia o commutazione della pena.
Migliaia gli appelli sul web e centinaia le  persone davanti al penitenziario nella speranza di un ultimo ripensamento.
Sakineh Ashtiani, condannata nel suo paese d’origine, Iran, alla lapidazione per adulterio dopo essere stata assolta dall’accusa di omicidio. La pena è sospesa, Sakineh si trova in prigione in attesa del suo destino.
Petizioni per la sua liberazione girano tutto il mondo ed il web.
Ma cosa hanno in comune Teresa e Sakineh?
A  fare un parallelo tra le due donne, è  il Presidente dell’Iran, Ahmadinejad.
 Entrambe con una relazione extra-coniugale, entrambe coinvolte nell’omicidio dei mariti, entrambe donne.
Sono assolutamente contro la pena di morte in qualsiasi paese e contesto culturale si trovi e ritengo il Presidente dell’Iran un personaggio estremo, da prendere con le pinze, di cui aver paura per le sue idee e per il suo potere.
Tutto il mondo ne parla e lo giudica in maniera negativa…ma cosa dice il resto del mondo del governatore repubblicano Robert McDonnell che ha negato la grazia, non è tornato in nessun modo indietro sui suoi passi nonostante le prove e la stessa legge della Virginia lasciassero grandi dubbi sulla condanna?  E in quanti di voi hanno sentito questo nome prima di oggi?
  Eppure a me, anche lui fa paura.
 L’accusa che l’Iran rivolge agli Stati Uniti è quella di guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro ma non la trave che si ha nel proprio.
 Nei sette anni in cui Teresa Lewis è stata nel braccio della morte non una mail è stata spedita, non un messaggio di aiuto è stato invocato. Gli Stati Uniti, sempre pronti a difendere i diritti umani nel resto del mondo, non hanno fatto trapelare neanche due righe.
Se di diritti umani si parla allora che siano rispettati ovunque. Se d’ingiustizie e di scheletri nell’armadio si parla allora che tutti siano pronti a tirarli fuori questi scheletri e non a farsi cavalieri cortesi di cause, per la maggior parte giuste,  ma impacchettate con quell’ipocrisia che punta il dito contro l’altro non accorgendosi di aver avuto lo stesso comportamento.
Cosa ne pensate? Siete d’accordo con me oppure le cose non sono come appaiono?In questo caso gli Stati Uniti sono davvero i paladini della giustizia… nei paesi altrui?


Teresa Lewis vs Sakineh Ashtiani

September, 23 Thursday 2010, in a prison in Greensville, Virginia Teresa Lewis was killed by a lethal injection; the first woman executed in Virginia after a century.
She was accused of plotting her husband and stepson’s  murdering  so she could get half of the insurance life money. The other half of the sum was for her lover, he received life sentence along with the other man who committed the murder.
Teresa Lewis had a low IQ  and according to the Virginian law she wasn’t meant to die. The execution wasn’t stopped because no professional doctor had supported that Ms Lewis was mentally retarded.
Thousands of pleas on behalf of  Teresa Lewis have been flying around the web in the last days.
Thousands of people were sitting in front of the prison waiting for a “mercy-call”. But we know how this ended.
Sakineh Ashtiani sentenced to death by stoning for adultering in her country, Iran.  The sentence is hanging over her, while she is in prison.
Pleas for her freedom arrive from every corner in the world including US.
What do these two women have in common?
The President of Iran,  Mr Ahmadinejad, has pointed out the fact that both had  lovers and both were plotting the murder of their husbands.
I am absolutely against the death penalty in every  country, and I really fear the Iranian President and all his speeches, but my question in this case is: Is he wrong in judging the  US as being  hypocrite?
What the rest of the world is saying about Governor Robert McDonnell and his inflexible decision? How many of you have heard of him before today?
Well Mr McDonnell  scares me too.
Iran accuses the US in  meddling in other people’s business whilst having their own wardrobe  full of skeletons. During Teresa’s seven year imprisonment, The US  didn’t make any comments, send any emails nor pleas for her. But they were ready to be the perfect gentleman for Sakineh without thinking that the behavior of both countries is pretty similar.
Human right should be respected everywhere.
What do you think about it?
 Does the US have the right to be a paladin of justice…when it comes to other countries?
Link: the Washington Post; The Guardian; The Times

lunedì 4 ottobre 2010

10 domande a...

Eccomi!!!
Come promesso vi presento la mia prima intervista…mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Ho conosciuto Cristina quando aveva circa 15/16 anni con una testa piena di dreadlocks…beh il vedere la strada che ha fatto, le scelte di pancia che l’hanno portata dove è ora ed il domandarmi dove arriverà mi fanno pensare che i nostri cassetti segreti vanno aperti che i nostri sogni lasciati liberi e noi liberi di seguirli.
Buon divertimento!
Nome/Name                            Cristina Vatielli
Classe/Year                            1983
Città        /City                       Roma
Educazione/Education   Diploma Scuola Romana di Fotografia
Inizi/Beginning                  Assistente specializzata  post-produzione immagini.  Collaboratrice di Paolo Pellegrin –fotoreporter per l’agenzia Magnum Photos
Premi/Awards Winephoto Contest (2007); Enzo Baldoni Award (2009)
Reportage         Exilio de dentro
                            Ebbrezze
                                    Ultimi fuochi nazionalisti a Los Caidos
                                    Luna Park
Video/Videos  Luna Park; Tango



1)    perchè la fotografia:  
Guardando gli album di famiglia mi sono accorta che da quando avevo più o meno sette anni, in tutte le foto di viaggio, ho legata al polso una macchina fotografica, di quelle piccole compatte. Un giorno ho scoperto che della passione di mio padre per la fotografia potevo farne una professione. Il sogno si è realizzato.

2)  "La memoria della Guerra Civile" perché hai privilegiato una memoria così lontana da te a conflitti più recenti come la Bosnia per esempio?

La Spagna è un paese a me caro; un amore spagnolo durato 6 anni ha fatto si che mi appassionassi al paese ed alla sua storia. La spagna è più vicina a noi di quanto pensiamo. Purtroppo la loro dittatura è durata più di 30 anni e a differenza della nostra se ne è parlato molto poco. La memoria è un tema per me magico, qualcosa di passato che in questo caso è stato volutamente dimenticato.

3)  Cosa provi quando riguardi i tuoi lavori?

A volte sembrano che manchino di qualcosa come se non fossi riuscita a raggiungere il mio obbiettivo, altre volte mi emozionano come se non l’avessi mai visti prima., quasi come se non l’avessi fatti io.

4)   Come capisci che quel reportage o progetto si può chiudere?
La mania di perfezione (evoluzione) fa si che per me un lavoro non finisce mai. Penso che nessuno dei miei racconti sia finito. Con il tempo si cambia sia umanamente che professionalmente; questo fa si che mi riservo sempre l’opportunità di riprendere un lavoro e di affrontarlo con il mio nuovo bagaglio personale.

5)  "Luna Park" dove ti ha portata e cosa hai trovato?
Ogni volta che mi trovavo di notte in qualche locale sentivo di annoiarmi, di non sapermi divertire. Un giorno ho deciso di portami la mia amica Canon; Iniziò un viaggio introspettivo, silenzioso se pur a suon di beat. Varie le sensazioni: sentirmi in sintonia e estranea a quel mondo notturno. Occhi critici si alternano all’euforia dell’atmosfera.
Un euforia effimera che alle prime luci dell’alba cessa di esistere.

6)  In base a cosa scegli un progetto da seguire?
Istinto, interesse personale per qualcosa che amo o rifiuto nella mia vita. Mi piace        andare  a fondo nelle cose che mi lasciano un segno in un modo o nell’altro

7)  Molti s'improvvisano fotografi in quest'era digitalizzata, cosa e chi fa la differenza?
Con l’era digitale fare fotografie è diventato “troppo”  accessibile, un fenomeno che a volte non si riesce neanche più a distinguere da una moda.  A parer mio la fotografia va vissuta in profondità; allo stesso tempo intellettualmente andrebbe  anche presa meno sul serio. 

8)   Foto sul comodino? il mio  cane maki

 
9)    Foto nel cassetto?  Quella che prima stava nel comodino

10)     Fatti una domanda e datti una risposta
Pensi di essere in grado? A volte

Allora, come siamo andate?
Per vedere i lavori di Cristina, visitate il sito:

1)  Why photography?
Going through our family album I realize that since I was 7 I was carrying around a little camera. Then one day I understood that I could make a profession out  of what was my father’s passion: photography. The dream has come true.
2)  “Exilio de dentro, memories from the Spanish civil war” Why did you pick a memory so far from you in respect to other more recent conflicts such as  Bosnia’s civil war?
Spain has been in my heart since I had a “Spanish love” that  lasted 6 years. That made me understand  the history of the country and the country itself too.  Spain is not that far from us.  Their tyranny lasted more than 30 years and not many people have talked about it. Memories are a magic theme, even more in this case.
3)  What are your feelings about your work?
Sometimes I think I miss something, like I couldn’t reach the point I was meant to. Other times I feel  touched by them like I’ve never seen them before…as I have never taken that picture before
4)  How do you understand when your job has done?
My “mania” to perfection never allows me to think that that reportage or project is finished. Actually I think that none of my stories are finished yet! As human beings we are always in evolution and that gives us the chance to open again a “file” and add something more on it with a different point of view.
5)  “Luna Park” where did it take you? What did you find?
Every time that I was in a nightclub I was bored. I had the impression that I could not enjoy myself. One day I carried my good friend Canon along with me. I started a journey, a silent journey. I had many different feelings I was at the same time in and out of that nightly world. At dawn everything disappears and nothing is left.
6)  How do you choose a project?
Instinct, personal interest in something that I love or hate. I like to go deep inside things that are important for me.
7)  It’s quite easy to be a photographer  in this digital era. What and who makes the difference?
Yes it’s true. Sometimes is even too “available”. I think that you to LIVE photography deep inside of you, you have to FEEL it…but at the same time you can’t be too serious about it.
8)  What picture do you have on your bedside table?
My dog Maki
9)  In your draw?
The one that was on my bedside table before J
10)             Ask yourself a question and answer it
Do you think  you’re capable?
Just sometimes.
So here we are dears. What you think? Did you enjoy our special guest?
If you would like to check out Cristina’s work here is the link:
 Luna Park
Who’s next??? J